AFGHANISTAN
La terra di Caino e Abele
AFGHANISTAN ottobre/novembre 2023
Una leggenda vuole che il nome della capitale Kabul derivi dai nomi di Caino e Abele. Non so quanto possa essere vero, ma questo accostamento nel mio immaginario spiega la storia di guerre fratricide di un paese ancora martoriato. L'Afghanistan è stato terra di conquista per molti imperi, situato in una posizione strategica e popolato da sempre da numerose tribù bellicose, unitesi solamente nelle jihad combattute vittoriosamente contro l'invasore infedele, che sia inglese, russo o americano.
BREVE STORIA DELL'AFGHANISTAN
TRA PERSIANI E GRECI. Appare nella storia il nome "Afghanistan" per la prima volta nel VI sec a.C. quando questo territorio viene inglobato nel Regno Achemenide di Ciro il Grande. In questo periodo lo zoroastrismo si afferma e diviene la religione del regno (Zoroastro nacque a Balkh, cittadina nel nord dell'Afghanistan). Nel IV a.C. la regione afghana viene conquistata da Alessandro Magno che la ingloba nel suo impero e con Seleuco si gettarono le basi di un regno greco-battriano.(In basso le mura dell'antica cittadella)L’AVVENTO DEL BUDDHISMO. Intorno al 300 a.C. i maurya dell’India settentrionale acquisirono il controllo dell’Afghanistan meridionale e orientale e durante il regno di Ashoka si convertirono al buddhismo. Un secolo dopo arrivò un’ondata migratoria di popoli in fuga soprattutto dall’unificazione della Cina sotto la dinastia dei Qin. Tra questi gruppi nomadi, i kushan sono quelli che ebbero maggior impatto nella regione, creando un regno greco-battriano-indiano mescolato allo spirito libero proprio degli abitanti della steppa; i kushan dominarono per cinque secoli sulla Via della Seta, influenzando tutta l’Asia Centrale con la loro fusione artistica chiamata Gandhariana; furono i primi a rappresentare i Buddha in forma umana. L’ISLAM. Dopo il colpo dei sasanidi persiani che mettono fine al regno dei kushan, arriva nel VII d.C. l’ondata dell’Islam e con Mahmoud il Grande si instaura la dinastia dei Ghaznavidi, fino al XII quando si impongono i Ghoridi che ci lasciano importanti monumenti come il minareto di Jam e la moschea del venerdì di Herat. (In basso la moschea blu di Mazar e Sharif)I MONGOLI. Nel XII secolo Gengis Khan con le sue armate invadono e devastano gran parte del territorio, ma tra i sovrani mongoli una grande importanza ebbe il figlio di Tamerlano, Shah Rukh, con la consorte Gowhar Shad. La sua ascesa al trono nel 1400, segna il periodo culturale più fiorente di tutta la storia afghana. Questo rinascimento timuride durò un secolo, fino all’arrivo delle tribù guerriere uzbeke.I REGNI AFGHANI. Babur, figlio del khan uzbeko, prese il potere e creò l’impero moghul governando a Dheli e Agra nell’attuale India settentrionale. I safavidi tornarono minacciosi ma il valoroso generale di una tribù pashtun Ahmad Shah detto Durrani, li sconfisse e prese il potere fondando un impero dall’omonimo nome con capitale a Kandahar nel 1700; è considerato da molti il padre dell’Afghanistan moderno. IL GRANDE GIOCO. Il figlio Timur Shah spostò la capitale a Kubul e pochi anni dopo il paese, con a capo Dost Mohammed, entrò nello scacchiere del “grande gioco” geopolitico tra Russia e Inghilterra. Nella metà del 1800 c’è la prima guerra anglo-afghana con l’invasione dell’esercito britannico che dopo essere respinto tenta una seconda volta invano fino a che il nuovo regno di Abdur Rahman detto “l’Amir di ferro” firma con gli inglesi un patto anti russo. Nonostante questo scoppia la terza e ultima guerra anglo-afghana con la sconfitta degli inglesi, stanchi anche per via della prima guerra mondiale e così Amanullah ottiene a tutti gli effetti l’indipendenza. Il suo avvicinamento verso l’occidente, con riforme ed una rivoluzione anche nei costumi (la moglie apparì addirittura senza velo) suscitò molte reazioni. Pochi anni dopo il primo ministro Daoud fece un golpe indolore nel 1973 e mise fine alla monarchia.I COMUNISTI AL GOVERNO. Con Daoud l’Afghanistan si era schierato neutrale, ma l’esercito addestrato dall’URSS ed il partito comunista nascente, portarono all’uccisione del leader ed il carismatico Taraki si proclamò presidente di un regime marxista rivoluzionario. Il popolo però insorse contro le riforme comuniste e Mosca nel 1979 insediò Karmal e decise di invadere il paese.(In basso esterno del museo della jihad)LA JIHAD CONTRO I SOVIETICI. La resistenza proclamò la “guerra santa” contro i russi atei e invasori ed unì tutte le diverse etnie per un solo obiettivo; molti leader erano pakistani ed altri 30000 volontari si unirono, tra cui Osama Bin Laden; gli americani ed i sauditi inoltre finanziarono la guerra in chiave antirussa. Nel 1989 dopo 10 anni, i sovietici si ritirarono con 15000 vittime e 1 milione e mezzo di afghani morti. LA GUERRA CIVILE. Il partito comunista con Najibullah resistette per altri 3 anni, prima che Rabbani fu nominato presidente e Hekmatyar primo ministro. Su quest’ultimo aveva puntato il Pakistan ma i talebani guidati dal Mullah Omar avevano più influenza sul popolo e nel 1996 nacque l’Emirato Islamico dell’Afghanistan. Tra i leader vincitori c’è anche Osama Bin Laden che fondò la cellula terroristica Al Qaeda. Nel 2001 due kamikaze uccisero il leone del Panshir Massoud e dopo 3 giorni ci fu l’attentato alle torri gemelle. Gli USA dopo due mesi lanciarono la campagna Enduring Freedom e misero Karzai a capo del governo, ufficializzato e confermato nel 2004 con le elezioni.CAOS E RITORNO DEI TALEBANI. Il sud era dominato dal commercio di oppio mentre nel resto del paese c’erano continue tensioni. Nel 2014 Ashraf Ghani viene eletto presidente ma nulla cambia perché il paese è nel caos totale. Con la firma dell’accordo di Doha ci fu un progressivo ritiro delle truppe fino al 15 agosto 2021 con i talebani che riconquistarono Kabul in poco tempo e trovando poca resistenza e fondarono dunque il secondo Emirato Islamico dell’Afghanistan guidato da Akhund.
KABUL Nel 500 a.C. era un avamposto achemenide che prosperò con Timur che sposò la figlia del sovrano locale nel XVI secolo ma soprattutto con Babur, fondatore dell'impero moghul. Nel XX secolo inizia la modernizzazione con il re Amanullah, interrotta bruscamente dal decennio di guerra con l'URSS 1979-1989. Con la presa del potere dei mujahiddin la capitale viene spostata a Kandahar, dove il mullah Omar proclama la nascita dell'Emirato Islamico di Afghanistan nel 1996 indossando il mantello del profeta Moametto che prima era nella moschea/santuario di Sakhi Shah e Mardan, legata anche alla visita di Al', cugino e genero del profeta. (foto in basso)
MERCATO DEGLI UCCELLI KA FAROSHIOMAR MINE MUSEUM (Organizzazione per il disinnesco delle Mine e la Riabilitazione Afghana)circa 123 bambini l'anno ancora muoionoin basso le mine a farfalla, chiamate da Gino Strada "pappagalli verdi", utilizzate dai sovietici per mutilare i bambini: le lanciavano dagli aerei sparse nel territorio e dato che avevano colori sgarcianti, venivano raccolte dai bambini che le scambiavano per giocattoli.
...on the road to Bamyan...BAMYAN Nell'area dell'Hazarajat fiorisce un'arte greco-buddista intorno al I secolo d.C. con l'impero Kushan. Nel VI secolo gli Unni Bianchi costruirono a Bamyan le due statue del Buddha intorno, 38 e 53 metri di altezza, che costituirono una meta di pellegrinaggio buddhista. Purtroppo nel 2001 furono distrutte dall'odio iconoclasta dell'estremismo islamico. Nel 2023 divenatno patrimonio dell'Unesco.
Shar e Gholgola, la città delle urla, chiamata così allo sterminio compiuto da Gengis Khan contro quello che è stato l'ultimo baluardo Ghoride.Shar e Zohak, la città rossa anche essa distrutta da Gengis KhanDRAGON VALLEY Dorsale di roccia vulcanica che secondo la leggenda era un drago gigante tagliato a metà da AliBAND e AMIR Situati a 2900 metri di altezza, i 6 laghi di Band e Amir hanno la particolarità di avere un colore blu scintillante, questo è dovuto alla presenza di alcuni minerali che ne amplificano la lucentezza. Come nella foto in basso, i talebani sono soliti fare dei giri con i pedalò a forma di cigno all'interno del lago... non lasciando mai i loro armamenti......on the road to Chakcharan...MINARETO DI JAM
Fatto costruire dal sovrano Ghiyasuddin, è alto 65 metri ed è il monumento più importante giunto a noi dell'imppero medioevale dei Ghoridi ...on the road to Herat, Chest e SharifHERAT Essendo situata in una posizione strategica, era un'importante città sulla via della seta. Conosciuta nell'antichità come Aria, fu un avamposto achemenide prima di essere conquistata da Alessandro Magno. Dopo la distruzione arrivata con Gengis Khan, risorge con il figlio di Timur, Shah Rukh, che insieme alla moglie Gowar Shad inaugurano un periodo di fiuritura artistica (XIV secolo).Moschea del venerdì: costruita nel XIII dal sovrano Ghoride Ghiyasuddin e abbellita con i mosaici colorati dai timuridi nel XV secolo. Purtroppo all'esterno c'è una tendopoli dove vivono gli sfollati del recente terremoto e tutte le famiglie che hanno paura a dormire nelle loro case dopo questo terribile evento.Laboratori e madrasa (scuola coranica) adiacenti alla moschea.Esterno del Museo della Jihad dedicato alla vittoria dei mujahiddin contro i sovieticiGazar Gah, Santuario del poeta sufi Khoja Abdullah AnsariMAZAR e SHARIF il significato del nome è "santuario nobile" questo perchè la città à meta di pellegrinaggio dato che secondo gli sciiti afghani Alì, cugino e genero del profeta Muhammed e quarto califfo, fu seppellito di nascosto in quel luogo dopo essere stato ucciso a Najaf (secondo gli sciiti iraqeni invece è seppellito nella moschea di questa città)BALK L'antica Battra che fu fondata secondo una leggenda da Noè dopo il diluvio; fu inoltre la città natale di Zoroastro nel IV sec a.C. e dle poeta mistico sufi Rumi, che la abbandonò prima della devastazione di Gengis Khan. Alessandro Magno la conquistò e vi scelse la moglie Rossana, figlia del sovrano locale; diventò dunque la sede delle dinastie greco-battriane.Santuario Khoja Abu Nasr Parsa, teologo del sultano timuride Baiqara
Il BURQA (dal persiano "purda", cortina, velo) è stato reintrodotto dai talebani ed è frequente vederlo nelle aeree più tradizionaliste dove "non è obbligatorio" ma imposto... La tradizione vuole che un uomo veda la faccia della sua sposa il giorno del matrimonio che è sempre combinato; la donna passa dunque di proprietà: dal padre al marito. Le donne spesso sono analfabete e frequentano altre donne analfabete e questo rafforza il loro senso di inferiorità verso l'uomo.
Una donna con il burqa non può sorridere...
COMPROMESSI DI VIAGGIO......VIAGGIARE IN AFGHANISTAN E' GIUSTO?
Molte volte mi sono fatto questa domanda quando stavo per intraprendere un viaggio verso stati “particolari” con problematiche legate alla difesa dei diritti umani. Questa domanda, in particolare per l’Afghanistan, si è fatta molto più forte, vista la condizione delle donne e le restrizioni alla libertà che subisce la popolazione. Sinceramente credo che non ci sia una risposta, forse non esiste una risposta, posso solo fare delle riflessioni avendo il privilegio di scrivere e decidere se andare o no liberamente.
Amo viaggiare, è una passione talmente forte che a volte diventa quasi un’ossessione, permea i miei pensieri e le mie azioni. Non riesco a concepire la mia vita senza poter viaggiare e più lo faccio, più voglio spingermi in territori diversi dal mio, per conoscere altre realtà, altre persone, per specchiarmi in altri contesti ed in altre culture, crescere, riflettere su cosa “muova” questo mondo, se davvero sia l’amore, parafrasando Dante, o siano prettamente gli interessi economici di pochi. Io in maniera romantica continuo a voler credere che sia la prima, perché ogni volta che visito un luogo sembra che questo luogo sia lì per me, pronto ad accogliermi; il mio obiettivo sono la natura e le persone comuni, lì dove vedo ovunque il vero significato della vita, quell’ “amor che tutto muove” appunto. Purtroppo dinamiche geopolitiche ed economiche offuscano questi primordiali sentimenti ed allora dunque la domanda: “è giusto o sbagliato andare”?
Potrei paragonare il “viaggiare” alla passione di un motociclista per l’alta velocità, un non andare in un determinato luogo è come se fosse una frenata, un divieto a godere di quell’ ebbrezza adrenalinica e remota nel tuo labirinto interiore. Questo chiaramente presuppone un contesto “possibile” non un paese che vive una guerra civile, perché sarebbe come una corsa ad alta velocità che va a sbattere contro un muro.
Per quanto possibile sia stato, ho cercato di fare domande sulla realtà che stanno vivendo le persone in Afghanistan in questo che è di fatto il secondo emirato islamico dei talebani, che non considera la donna e limita le libertà individuali. La legge è basata sulla “sharia” il complesso di regole e di comportamenti dettato da Dio nei testi sacri islamici; seguendo la “legge di Dio” tutto si aggiusterà. Ecco che viene estremizzato un testo datato a 1500 anni dove la donna diviene “un campo di grano da arare” dove deve essere distrutta qualsiasi immagine idolatria (Buddha di Bamyan), dove non esiste libertà di pensiero e parola.
Ho posto la stessa domanda che mi sono fatto agli abitanti dell’Afganistan: “è giusto che io venga qui nel vostro paese?” la risposta non l’avevano neanche loro perché: “Se vieni, legittimi i talebani al potere, in qualche modo li finanzi pagando loro le tasse per il visto e gli spostamenti da provincia a provincia, fai le foto con loro perché loro lo vogliono, così te puoi tornare nel tuo paese dicendo -beh questi talebani alla fine non sono come si dice-. Se non vieni, te non porti i soldi nemmeno a me per hotel, ristoranti e servizi; se non vieni, non vedi in che modo noi dobbiamo vivere, se non vieni significa che tutti ci hanno dimenticato, così come hanno fatto gli americano che sono stati 20 anni ed hanno speso 1 trilioni di dollari per non avere fatto nulla se non far tornare i talebani più forti di prima.” Sono ancora vive le immagini di molti afghani che alla notizia dell’arrivo dei talebani si aggrappano agli aerei in fuga dall’aeroporto di Kabul, quasi a preferire una morte certa che tornare nelle mani degli estremisti pashtun. Una volta ascoltato questo la mia contro domanda era inevitabile “Allora cosa devo fare?” ….”Vieni, guarda, torna e di la verità, ”
Questo è quello che sto facendo, con la speranza che prima o poi qualcosa in meglio possa cambiare. Come sempre faccio, cerco di legare il viaggio a piccoli progetti di aiuto ed allora ho visitato, la scuola privata di Bamyan gestita da HASCO (Help Afghan Street Children Ong) dove ho donato parte dei guadagni dei miei libri ed ho regalato giocattoli, materiale sportivo e didattico. In una realtà dove proliferano madrasa, dove l’educazione appartiene solamente agli uomini dato che le bambine dopo i 12 anni non possono studiare, dove l’unica materia da studiare all’università è “teologia” o materie inerente a questa per far rispettare la sharia, dove non ci saranno più medici, scienziati, storici… In una realtà come questa dobbiamo sostenere associazioni che difendono la libera educazione ed il patrimonio millenario del paese perché una nazione sopravvive solo quando la cultura rimane viva.
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