Luca Di Bianca & Francesco Polucci presso l’istituto penitenziario di Rebibbia, Roma
Uno speciale ringraziamento a Stefano Branchi per la riuscita dell’evento.
Fotografie per gentile concessione dell’Ispettore Luigi Giannelli
UN PONTE PER LA LUNA
-MUSICA-IMMAGINI-PAROLE di Luca Di Bianca e Francesco Polucci-
“Come stelle cadute del cielo, gli uomini che hanno smesso di credere in sè stessi vagano sulla terra senza riuscire più a guardare l’altra faccia della luna, quella faccia che quasi nessuno conosce, forse perchè ha paura a mostrare o forse perchè l’occhio umano difficilmente a vederla riesce. Solo se si continua ad alimentare i propri sogni ed a mantenere vive le parole di chi è partito per un altro viaggio, saremo in grado di camminare stabili sul ponte della nostra esistenza che porta verso la Vera faccia della Luna”.
LUCA DI BIANCA & FRANCESCO POLUCCI PER IL FAMILY DAY DELL’AIRFA ONLUS
(ASSOCIAZIONE ITALIANA RICERCA SULL’ANEMIA FANCONI)
tutto il guadagno della vendita dei libri di Luca Di Bianca è andato in baneficenza alla suddetto Onlus.
PARTORIRE MUSICA IMMAGINI E PAROLE
Il viaggiatore e scrittore de “Il cacciatore errante” Luca di Bianca e il cantautore Francesco Polucci con il suo “Project solo”, ci accompagneranno in un viaggio circolare dentro e fuori di sè, attraverso la musica, le immagini e le parole. Su uno sfondo di fotografie scattate dallo scrittore in ogni angolo del mondo, i due artisti si intervalleranno con letture dinamiche, accompagnate da chitarra e brani musicali inediti, trattando diverse tematiche dell’anima e dell’esistenza umana.
“La gente li chiama matti, pazzi, anormali, solo perché non capisce quello che pensano e dicono. Ma la loro lingua è la lingua di Dio. Per questo noi li chiamiamo “Voluti da Dio”. E dobbiamo rispettarli, tutti. A nessuno è permesso di toccarli, neanche con un dito; ed è a noi che spetta proteggerli.” Nonno Kuzja, Educazione Siberiana
20 NOVEMBRE 2016 – Lanciani Bar & Garden, Guidonia (Roma)
Presentazione dell’ultima opera di Luca Di Bianca “L’Equilibrio Molteplice dell’Uno” e dell’ultimo progetto di musica-immagini-parole insieme a Frank Polucci. Presente all’evento il presidente dei “Cieli Azzurri”, associazione che sostiene i ragazzi diversamente abili di Guidonia, Emanuela Bracchitta.
Gli introiti della serata e delle prime offerte è stato devoluto da Luca Di Bianca all’associazione ed ammonta a 1700 euro.
CHI SONO I CIELI AZZURRI?
Lo scopo del Centro “Cieli Azzurri” è offrire assistenza e sostegno alle famiglie con portatori di handicap, spesso profondamente disagiate ed isolate da una società che tende ad ignorare i gravi problemi a cui sono sottoposte. Oggi circa 25 ragazzi frequentano il “Centro“: tutti con un ritardo psicomotorio medio grave. L’attività giornaliera, comprensiva del servizio mensa, si svolge dalle ore 9:00 alle ore 16:30. Per l’intero arco della giornata, con l’aiuto di personale specializzato e di volontari vengono svolte diverse attività tra cui: autonomia, teatro, giardinaggio, cucina, sartoria, nuoto.
L'EQUILIBRIO MOLTEPLICE DELL'UNO
…mai stanco di spalancare occhi e cuore sul mondo, gaudente nel riconoscere se stesso negli altri e in tutto ciò che è intorno. Una ricerca che lo fa preda, diviene una pagina di un libro, contenente molecole viventi, gocce divine in equilibrio. E’ assorbito dal mondo come un nascituro, è moltitudine ma vede tutto come Uno: Universo spazio infinito vuoto, terra aria acqua e fuoco; uomini anime alberi e animali, nuvole vulcani pietre e minerali; sole luna alba e tramonto, gambe braccia cuore e volto; un disegno divino che non appartiene a nessuno, NOI, l’Equilibrio Molteplice dell’Uno.
Luca Di Bianca, Emanuela Bracchitta (presidente dell'Associazione Cieli Azzurri) e Frank Polucci.
Dagli hibakusha un messaggio di pace al mondo intero
Come può la creatura che dipinge il cielo con poesie, diventare quella che lo oscura con il fumo della morte?
LA RESILIENZA DI HIROSHIMA, Gennaio 2025
Doppio progetto in Giappone di Nova Lectio per lavorare su due nuovi documentari in uscita nella primavera 2025. Il primo di questi su Hiroshima, legato alla questione della bomba atomica, agli hibakusha (sopravvissuti) ed il loro messaggio di pace. In foto da sinistra Marco Ferrari residente in Giappone e fixer, lo staff di Nova Lectio con Alberto Lodi, reporter e coconduttore; Luca Di Bianca, reporter e Travel Designer e Gianpiero Santoro videomaker).
HIROSHIMA, COME UNA CITTA' RISORGE
Il documentario intende esplorare l'incredibile resilienza di Hiroshima dopo uno degli eventi più devastanti della storia: il bombardamento nucleare del 6 agosto 1945. Nonostante perdite e distruzioni inimmaginabili, Hiroshima si è trasformata da una città ridotta in cenere a un simbolo globale di pace, rinascita e speranza.
Attraverso interviste con sopravvissuti, storici e istituzioni chiave come il Museo della Pace di Hiroshima, noi di Nova Lectio vogliamo far luce su come la città si sia ricostruita fisicamente, socialmente e spiritualmente. Il documentario esaminerà inoltre l'impatto duraturo del bombardamento sull'identità di Hiroshima e sul suo ruolo nella promozione della pace globale.
CENNI STORICI
La scelta di bombardare Hiroshima era dovuta all'importanza militare, la concentrazione della popolazione e di molte strutture e soprattutto per mostrare la forza devastante degli USA che avrebbe portato alla resa del Giappone. La città inoltre era difficile da bombardare convenzionalmente per via dei fiumi, invece dall'aria non ci sarebbe stata possibilità di difesa ed inoltre questo rendeva difficile i soccorsi.La bomba atomica su Hiroshima, chiamata "Little Boy", è esplosa il 6 agosto 1945 e fu lanciata alle 8:15 (foto dell'orologio in alto fermo sull'ora dell'esplosione) da 9500 metri di altezza da un bombardiere americano B-29 chiamato Enola Gay. La bomba detonò a circa 600 metri sopra il centro della città, sfruttando un'esplosione aerea per massimizzare la distruzione. La temperatura arrivò a milioni di gradi e generò istantaneamente al punto di esplosione. L'onda d'urto distrusse tutto nel raggio di 2 chilometri, circa 140.000 persone morirono entro la fine dell'anno e provocò gravi ustioni e malattie da radiazioni tra i sopravvissuti. Le conseguenze includono devastazione ambientale, sofferenze fisiche e psicologiche, e danni genetici per le generazioni future.La statua a Sadako Sasaki, una bambina colpita dalle radiazioni che inizio a piegare 1000 gru di carta credendo che ciò le avrebbe portato guarigione ed anche se non riuscì a completarle, le gru divennero simbolo universale di speranza e memoria per le vittime di Hiroshima"Non dobbiamo smettere di interessarci alle guerre del mondo: ieri Hiroshima, oggi Gaza. Il dolore non cambia luogo,ma non smette di gridare". Mitsuo, volontarioGli HIBAKUSHA sono i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. La parola significa "persone esposte all'esplosione". Hanno sofferto gravi conseguenze fisiche e psicologiche, tra cui malattie da radiazioni, e spesso hanno subito discriminazioni. Molti di loro si sono impegnati per promuovere la pace e il disarmo nucleare. Abbiamo intervistato due persone che ci hanno raccontato le loro storie ed un unico messaggio di pace: no a tutte le guerre.
KARASHI KIRIAKI, 95 anni "Avevo 15 anni e quel giorno e mi stavo recando in una clinica a poco piu di 1 km a nord quando esplose la bomba atomica sul ponte di Hiyama Higashi. Stavo passando sotto la grondaia di un edificio di legno e c’è stato un lampo di luce abbagliante ed un ‘esplosione che mi ha scaraventata a terra, facendomi perdere i sensi e intrappolandomi sotto l’edificio. Quando strisciai disperatamente fuori, era buio pesto e dall’altra parte del ponte c’era un mare di fuoco. Molte persone scappavano urlando, mentre il fuoco ardeva. In un attimo Hiroshima si trasformò in un inferno Ho evitato le ustioni perchè l’edificio sotto la grondaia forniva ombra e sono sopravvissuta con vetri rotti conficcati nella testa, nel collo, nelle mani e nelle dita e contusioni docute ai pilastri dell’edificio crollato. Poco dopo la fine della guerra soffrivo di perdita di capelli e febbre alta con sangue nelle feci, quindi pensavo di morire, ma grazie alle cure dei miei genitori sono riuscita a riprendermi. Sono arrivato a credere di essere stata tenuta in vita per trasmettere quello che è successo alle generazioni future e do la mia testimonianza sulla bomba atomica ogni volta che ho la possibilità."
Sposata con un marito sopravvissuto ha cresciuto due figli.
HORIE TAKESHI 85 anni
Avevo 5 anni quel giorno e stavo con mia sorella più grande quando fummo colpiti dall'esplosione. Una luce intensa ci colpì e immediatamente dopo ci fu un'enorme onda d'urto che ci travolse. Ricordo che dopo il lampo accecante, ci fu un suono tremendo che gli abitanti di Hiroshima iniziarono a chiamare "Pikadon", che significa il boato della luce. Io e mia sorella ci sdraiammo a terra e poco dopo andammo in un rifugio antiaereo. Tornammi poi a casa ma l'esplosione l'aveva fatta inclinare su un lato e più tardi iniziarono ad arrivare persone con gravi ustioni. Ricordo in particolare due persone: un ragazzo delle scuole medie il cui volto era completamente ustionato, e una giovane donna, il cui braccio portava ancora il motivo del vestito impresso dalle ustioni. Mia madre cercava di aiutare come poteva, utilizzando strisce di stoffa ricavate dai nostri vestiti per fasciarli. Uscivo a giocare nell'orto sotto casa poiché la casa era piena di feriti ma poi iniziò a piovere all'improvviso. Quella pioggia nera poi si scoprì essere contaminata da radiazioni e tornammo subito dentro. Mio padre, un ufficiale di marina, si trovava vicino all'epicentro al momento dell'esplosione. Morì sei giorni dopo. I soldati ci portarono una piccola cassa bianca: era tutto ciò che rimaneva di lui. Non compresi subito cosa significasse, ma ricordo mia madre che si accasciò in lacrime dopo che i soldati se ne andarono.Dopo la guerra, la vita era estremamente difficile. Per sopravvivere, vendevamo tutto ciò che potevamo e ci nutrivamo di qualsiasi cosa fosse commestibile. Ricordo i giorni in cui a scuola il pasto era l’unico momento di felicità, nonostante fosse spesso costituito da cibo povero come latte in polvere o mais destinato agli animali.Mia sorella morì a 55 anni di un cancro al colon che si era diffuso ovunque e anche mia madre sviluppò un cancro al seno a 60 anni. Sopravvisse, ma perse l'uso del braccio destro. Morì a 83 anni dopo una lunga vita di sacrifici, ma con la gioia di vedere crescere i suoi nove nipoti.Io stesso ho avuto problemi di salute. A 55 anni mi fu diagnosticata un'anomalia alla tiroide, e più tardi un linfoma maligno. Continuo a vivere sotto controllo medico, ma non smetto di preoccuparmi per il futuro dei miei nipoti e dei loro discendenti.
È importante trasmettere la tragica storia della bomba atomica. Sebbene milioni di persone abbiano visitato il Museo della Pace di Hiroshima, i conflitti nel mondo continuano. Credo fermamente che dobbiamo trasformare l'economia globale, che prospera sulla produzione di armi, per eliminare le guerre.
Spero che i bambini possano crescere in un mondo dove sognare è ancora possibile.
Il Tempio Mitaki-dera fu trasferito a Hiroshima da Wakayama nel 1598 per dare conforto ai famigliari delle vittime della bomba atomica, rafforzando il suo legame con la memoria e la speranza di pace.
Ohkuno Island, conosciuta come "Rabbit Island" per i numerosi conigli, nasconde un passato oscuro: durante la Seconda Guerra Mondiale fu sede di una fabbrica segreta di armi chimiche, con pesanti conseguenze per lavoratori e l'ambiente.
Nunoshima è un'isola situata nella baia di Hiroshima e svolse un ruolo cruciale nel supporto ai sopravvissuti della bomba atomica perchè fu utilizzata come luogo di rifugio e cura per i malati di tubercolosi e le vittime delle radiazioni, ospitando un sanatorio che divenne un simbolo di resilienza e assistenza umanitaria. Abbiamo incontrato il signor Miyazaki che ci ha raccontanto la storia dell'isola e degli aneddoti sul lavoro di volontariato della madre. In basso il porticciolo dove attraccarono i feirti della bomba atomica.Un ringraziamento importante va a Rie Seko "Coco" per averci aiutato ad organizzare le interviste e le traduzioni senza le quali sarebbe stato impossibile comunicare.
...ogni guerra è il funerale della speranza, il trionfo di ombre che si nutrono del sangue degli innocenti...
Reportage nella Mesopotamia per il doppio documentario in uscita nel maggio 2025. Simone Guida (Nova Lectio), Luca Di Bianca (travel management) e Filippo Giaccaglia (videomaker) in Iraq e Kurdistan con Sajad Hassan per un nuovo lavoro; dalla resilienza di un popolo che cerca di sanare le ferite lasciate da più di 40 anni di guerra alla ricostruzione del paese post ISIS con le nuove generazioni pronte a far risorgere quel territorio che è stato la culla della civiltà.BASRA Punto di partenza del viaggio e luogo delle prime interviste per approfondire l'importanza della produzione del petrolio nel paese e l'intraprendenza delle giovani imprenditrici locali.MARSHES, LE PALUDI MESOPOTAMICHE sono un vasto ecosistema situato tra il Tigri e l'Eufrate, considerato il cuore dell'antica civiltà sumera.Oggi queste paludi sono minacciate dalla siccità, dalla deviazione dei fiumi e dall'urbanizzazione e rischiano di scomparire con la loro ricca biodiversità e il tradizionale stile di vita dei Marsh Arabs. Intervista al pescatore e barcaiolo Haider.AL QURNA,la città dove Tigri ed Eufrate si uniscono e formano lo Shatt al-Arab; è tradizionalmente considerata il sito dell'Eden biblico.UR, antica città sumera celebre per la sua grande ziggurat dedicata al dio Nanna, la luna. Fu una delle prime città-stato della storia e secondo la tradizione biblica è la patria di Abramo.La Moschea di Ali a NAJAF, uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per gli sciiti poiché custodisce la tomba di Ali ibn Abi Talib, che considerano il legittimo successore di Maometto e simbolo di giustizia e spiritualità.WADI AL SALAM è il cimitero più grande del mondo; molti sciiti desiderano essere seppelliti in questo luogo perché credono che riposare vicino alla tomba di Ali porti benedizioni spirituali e un posto privilegiato nella resurrezione nel Giorno del Giudizio.BABILONIA, fondata intorno al 2300 a.C. fu una delle città più celebri dell'antica Mesopotamia. Nel periodo di Saddam Hussein viene ricostruita per la volontà di collegarsi al passato storico e legittimarne la continuità; qui infatti sorge il palazzo del dittatore, diventato poi una base militare degli americani ed ora abbandonato.BAGHDAD, monumento ai martiriARCO DI CTESIFONTEABU GHRAIB, la prigione famosa per gli abusi e le torture inflitte ai prigionieri iracheni dai soldati statunitensi nel 2004. Le immagini degli abusi scatenarono un ampio scandalo e sollevarono gravi preoccupazioni sui diritti umani durante la guerra in Iraq.FALLUJA E RAMADI, due piccole città distrutte dai terroristi dell'ISIS. Oggi torna più che mai la voglia di ricostruire e guardare al futuro. Tra gli intervistati anche un signore che ha voluto costruire un luna park dove sorgeva una base militare, un segnale forte nel voler voltare pagina per sempre.I minareti di Samarra, Al-Malwiya e quello della Moschea Abu Dulaf, sono iconiche torri a spirale del IX secolo, simboli dell'architettura islamica e della grandezza dell’antica capitale Abbaside.Hatra era un'antica città mesopotamica ed oggi sito UNESCO; fu devastata dall’ISIS nel 2015 con la distruzione di statue e templi. Dopo la sua liberazione, sono iniziati gli sforzi per il restauro e la conservazione. Mosul, ultima grande roccaforte dell’ISIS in Iraq e teatro di una cruenta battaglia tra il 2016 e il 2017. Dopo mesi di combattimenti e devastazioni, la città fu liberata dalle forze irachene con il sostegno della coalizione internazionale.KURDISTAN, RAWANDUZERBIL è la capitale del Kurdistan iracheno ed è una delle città più antiche del mondo, con una storia che risale a oltre 6.000 anni. Oggi è un importante centro politico, economico e culturale, noto per la sua cittadella storica, patrimonio UNESCO. Importanti interviste a due attiviste kurde. Gli Yazidi sono un gruppo etno-religioso curdo con credenze antiche e uniche, concentrato principalmente nel nord dell'Iraq; seguono un'antica religione monoteistica con influenze zoroastriane, sufi e cristiane, venerando Dio e l’angelo pavone Melek Taus, considerato il suo principale intermediario. Lalish è il principale santuario degli Yazidi ed considerato un luogo sacro di pellegrinaggio e spiritualità. Nel 2014, furono vittime di un genocidio da parte dell’ISIS, che massacrò migliaia di persone e ridusse in schiavitù donne e bambini. Intervista ad un'attivista Yazida. Alcuni regali consegnati ai bambini delle marshes
La città futurista ergeva il suo luccicante luna park come un tempio moderno, ma nascondeva anime samrrite chiuse come porte blindate dall'interno
LE LOTTE DEL GIAPPONE MODERNO
Secondo lavoro nella spedizione in terra giapponese di Nova Lectio, un documentario che uscirà nella primavera del 2025. Il documentario esplora le sfide sociologiche e psicologiche affrontate dalla società giapponese contemporanea, utilizzando come esempio delle complesse dinamiche del rapporto società/individuo Osaka, una delle città più vivaci del Giappone. L'obiettivo è analizzare le aspettative poste sugli individui nella società giapponese, nei luoghi di lavoro e negli spazi culturali e il loro impatto sulla salute mentale e sul benessere. Affrontando tematiche come il fenomeno della solitudine in una metropoli vivace e le sue manifestazioni, come quella degli hikikomori, dell'"amico in affitto" e dei salarymen. In foto lo staff di Nova lectio in terra nipponica; da sinistra Alberto Lodi, reporter e coconduttore; Gianpiero Santoro, videomake; Luca Di Bianca, reporter e Travel Designer.
I SALARYMEN I "salarymen" giapponesi affrontano numerose problematiche legate alla cultura lavorativa del Paese, caratterizzata da lunghe ore di lavoro, pressione costante per raggiungere obiettivi aziendali e un forte senso di dovere verso il proprio datore di lavoro. Questo stile di vita spesso porta a "stress cronico", "burnout" e gravi conseguenze per la salute mentale e fisica, inclusi casi estremi di "karoshi" (morte per troppo lavoro). Inoltre, il tempo limitato per la vita personale e familiare contribuisce a un senso di alienazione e isolamento, aggravando ulteriormente il disagio psicologico. Abbiamo intervistato diverse persone che ci hanno parlato di queste problematiche.
OSSAN RENTAL, L'AMICO IN AFFITTO
La diffusione del fenomeno dell'"amico in affitto" in Giappone è legata a diverse cause socioculturali. Tra queste, il forte individualismo urbano e l'isolamento sociale nelle metropoli dove le interazioni autentiche sono spesso limitate dalla frenesia quotidiana. Inoltre, le elevate pressioni sociali e lavorative rendono difficile costruire relazioni profonde. La cultura giapponese, che tende a valorizzare l'armonia e il controllo delle emozioni, può portare le persone a evitare di esprimere apertamente i propri bisogni emotivi. In questo contesto, gli "amici a noleggio" offrono una soluzione temporanea per soddisfare il bisogno di compagnia e ascolto, senza il peso delle aspettative relazionali tradizionali.
COLORO CHE STANNO IN DISPARTE
Gli "hikikomori" sono individui, spesso giovani, che scelgono di ritirarsi dalla società isolandosi nella propria stanza per mesi o anni. Questo fenomeno è causato da una combinazione di fattori, tra cui le pressioni sociali, il perfezionismo culturale, il bullismo scolastico e le difficoltà a conformarsi agli elevati standard accademici e lavorativi. La mancanza di supporto emotivo e l'alta aspettativa di successo possono portare a un senso di fallimento, spingendo gli hikikomori a evitare completamente le interazioni sociali. Siamo stati a Kobe all'università per fare delle interviste ai ragazzi insieme alla nostra traduttrice e poi abbiamo intervistato Daisuke Maeda esperto in materia
L'IZAKAYA COME CONSULTORIO PSICOLOGICO
Il rapporto tra il proprietario dell’"izakaya" (ristorante tipico giapponese) e i clienti, ha una forte valenza sociale e psicologica. In un ambiente informale e accogliente, il proprietario diventa un ascoltatore empatico, offrendo uno spazio dove i clienti possono esprimersi liberamente, sfogare tensioni e sentirsi compresi. In una società che valorizza il controllo emotivo, l’izakaya rappresenta un rifugio di connessione umana autentica e sollievo dallo stress quotidiano.
UMEDA SKY BUILDING
DOTONBORIIl nostro amico Marco Ferrari, italiano che vive ad Osaka, ci ha parlato della sua esperienza lavorativa prima come salaryman e poi come proprietario del tour operator "Emilia Travel"Nella luce artificiale dei pachinko, la notte inghiotte i volti, mentre il suono incessante maschera il vuoto di chi cerca fortuna per sfuggire a sé stesso.In Giappone il gioco d’azzardo è spesso legato alle "pachinko" ed è diffuso a causa di vari fattori socioculturali. La pressione sociale, lo stress lavorativo e l’isolamento spingono molti a cercare una via di fuga o un momento di evasione attraverso il gioco. Inoltre, la cultura del rischio e della competizione, unita alla mancanza di altre forme di intrattenimento accessibile, alimenta questa pratica. La regolamentazione ambigua e la presenza capillare di sale da gioco facilitano ulteriormente la diffusione del fenomeno.
SHINSEKAI
DARUMA DI KATSUO-JI
I DARUMA sono tradizionali bambole giapponesi, considerate simboli di perseveranza, fortuna e realizzazione degli obiettivi. La loro caratteristica principale è l'assenza iniziale di pupille dipinte. Vengono acquistati nel tempio e quando una persona stabilisce un obiettivo o un desiderio, dipinge una delle pupille del daruma e una volta raggiunto, si dipinge anche l'altra, simboleggiando il completamento del traguardo. Vengono dunque restituiti al tempio e bruciati in una cerimonia per concludere il loro ciclo.Rappresentano la resilienza perchè hanno una base appesantita che li fa raddrizzare ogni volta che cadono, rappresentando la capacità di rialzarsi dopo le difficoltà. Sono rosse, colore associato alla protezione dagli spiriti maligni ed hanno la faccia barbuta perchè rappresentano Bodhidharma, che secondo la leggenda meditò così a lungo da perdere l'uso delle gambe. Sulla parte frontale o posteriore si possono trovare caratteri giapponesi come "fortuna" o "successo".
Nanakorobi Yaoki - Cadi sette volte, rialzati otto
Il genocidio dimenticato e gli sfollati del Nagorno Karabakh
ARMENIA PROJECT - NOVEMBRE 2024
Un nuovo progetto unisce Luca Di Bianca e Nova Lectio, il canale YouTube di Simone Guida dedicato alla creazione di documentari sulla geopolitica e questioni sociali con più di 1 milione di iscritti.
Insieme al videomaker Giovanni Andrea Murgia, i tre ragazzi sono partiti per “dare voce a chi non ha voce” in direzione Armenia, lavorando sulla creazione di un documentario in uscita a febbraio 2025 con interviste dirette che vuole approfondire la questione del Nagorno Karabakh e del genocidio perpetrato dal governo dei Giovani Turchi durante la prima guerra mondiale che ancora oggi è una tematica “scomoda” per gli equilibri delle relazioni internazionali. "Ripenso ai vari armeni che ho conosciuto nel mondo, tutti con quell'inspiegabile velo di tristezza, tutti sempre come sotto il peso di una qualche immensa ingiustizia. Come gli ebrei ma senza la loro forza, l'arroganza di quelli. Gli ebrei, grazie al fatto che la loro tragedia è parte della coscienza di questo secolo, son come riusciti a creare un sentimento che il mondo deve loro qualcosa. Gli armeni no. La loro sofferenza è stata per certi versi simile a quella degli ebrei, ma il mondo non gliela riconosce, non è stata fatta nessuna giustizia e a loro non è stata data nessuna Israele". Tiziano Terzani, Goodbye Lenin. La storia dell'Armenia è quella di una terra antica, ricca di cultura e resilienza, situata tra Europa e Asia. Gli Armeni si considerano discendenti degli Urartei, un popolo che abitava la regione intorno al lago di Van già nel IX secolo a.C. Secondo la tradizione biblica sono i discendenti di Hayk, pronipote di Noè, la cui arca si arenò sul monte Ararat (foto in basso) dopo il diluvio universale. In onore del loro leggendario antenato gli armeni chiamano il loro paese Hayastan, la terra della tribù hayk. Nel corso dei secoli, l’Armenia divenne un regno potente, raggiungendo l’apice sotto Tigrane il Grande nel I secolo a.C. quando il suo territorio si estendeva dal Mar Caspio al Mediterraneo.Uno degli eventi più significativi nella storia del popolo armeno fu la conversione al Cristianesimo nel 301 d.C., che rese l’Armenia il primo Stato al mondo ad adottare questa religione come ufficiale. Questo evento fu seguito dalla creazione dell'alfabeto armeno nel 405 d.C. da parte di Mesrop Mashtots, un'invenzione che rafforzò l'identità culturale e spirituale del popolo armeno.
Tuttavia, l’Armenia è stata spesso teatro di conflitti a causa della sua posizione strategica. Nel corso del Medioevo, subì invasioni da Persiani, Bizantini, Arabi e Turchi. Per un periodo, gli Armeni trovarono rifugio nel Regno di Cilicia, un piccolo Stato fondato nel sud dell’Anatolia, che fu un importante alleato dei Crociati.
La situazione peggiorò durante il dominio ottomano e persiano, che videro l’Armenia divisa e oppressa. Il momento più tragico arrivò durante la Prima Guerra Mondiale, con il genocidio armeno del 1915-1916, in cui circa 1,5 milioni di Armeni furono deportati e uccisi dall'Impero Ottomano. Questo evento ha lasciato una ferita profonda nel popolo armeno.
Dopo un breve periodo di indipendenza dal 1918 al 1920, l'Armenia divenne parte dell'Unione Sovietica fino al 1991, quando finalmente riconquistò la sua indipendenza con il crollo dell’URSS. Da allora, l’Armenia ha cercato di affermarsi come uno Stato sovrano, nonostante le sfide, come il conflitto con l’Azerbaigian per la regione del Nagorno-Karabakh.
La storia dell'Armenia è una testimonianza di forza e perseveranza, un viaggio segnato da momenti di grandezza e profonde sofferenze, ma sempre guidato dalla volontà di mantenere viva la propria cultura e identità (in basso Madre Armenia).
IL CRISTIANESIMO
Il panorama religioso dell'Armenia rurale richiamò fin dal 40 d.C. missionari cristiani tra cui gli apostoli Bartolomeo e Taddeo. Secondo la tradizione, Tiridate III proclamò il cristianesimo religione di stato nel 301. d.C. dopo essere stato curato dalla pazzia da San Gregorio armeno Illuminatore che avevo trascorso 12 anni imprigionato in un pozzo infestato dai serpenti situato sotto il monastero di Khor Virap (in basso).
IL GENOCIDIO ARMENO
Il genocidio armeno fu un massacro sistematico e pianificato perpetrato dall'Impero Ottomano tra il 1915 e il 1923, durante e dopo la Prima guerra mondiale. Circa 1,5 milioni di armeni furono uccisi attraverso deportazioni forzate, marce della morte nel deserto e esecuzioni sommarie. Questo crimine, considerato il primo genocidio del XX secolo, mirava a eliminare la popolazione armena dall'Anatolia, dove viveva da secoli. Nonostante il riconoscimento ufficiale da parte di molti paesi, il genocidio è ancora negato dalla Turchia, generando tensioni diplomatiche e un dibattito storico-politico tuttora vivo. In bassoimmagini dal museo del Genocidio e le interviste fatte ad una famiglia e ad una ragazza imparentate con le vittime.
IL NAGORNO KARABAKH
La questione del Nagorno-Karabakh riguarda una disputa territoriale tra Armenia e Azerbaigian, esplosa con violenza dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Questa regione, abitata in prevalenza da armeni ma formalmente parte dell’Azerbaigian, ha dichiarato l'indipendenza nel 1991, scatenando una guerra che ha causato migliaia di vittime. Sebbene un fragile cessate il fuoco sia stato raggiunto nel 1994, il conflitto è rimasto irrisolto, con periodiche escalation, fino al settembre 2023, quando l'Azerbaigian ha lanciato un'offensiva per riconquistare la regione, da anni teatro di scontri tra le due nazioni. L'operazione ha portato rapidamente alla capitolazione delle forze armene locali, con oltre 200 vittime tra i separatisti armeni e circa 65.000 persone costrette a fuggire verso l'Armenia. Questo ha segnato la fine dell'autoproclamata Repubblica di Artsakh, che sarà formalmente dissolta il 1° gennaio 2024.L'offensiva ha causato una crisi umanitaria con migliaia di profughi e crescenti accuse di "pulizia etnica" da parte dell'Armenia. Tuttavia, Nikol Pashinyan, il primo ministro armeno, ha scelto di non intervenire militarmente. Questo atteggiamento ha suscitato critiche interne e proteste nel Paese. Parallelamente, Armenia e Azerbaigian stanno lavorando a un accordo di pace che potrebbe essere firmato entro la fine del 2024.
Questo conflitto riflette dinamiche geopolitiche complesse, tra il ruolo della Russia come garante della pace (contestato per la sua mancata reazione), i rapporti di Armenia e Azerbaigian con il blocco occidentale e altre potenze regionali come Israele.
In basso una famiglia di esuli dal Nagorno Karabakh
MONASTERO DI GHEGARD Fondato nel IV secolo, la sua storia è legata alla Sacra Lancia (Ghegard) che avrebbe trafitto il costato di Cristo, oggi al museo di Echmiadzin....la signora l'avevo già incontrata 7 anni fa, in basso la vecchia foto e poi quest'ultima
GARNI,il Tempio costruito nel I secolo d.C. è un raro esempio di architettura ellenistica in Armenia e l'unico tempio pagano sopravvissuto dopo la cristianizzazione del paese.
La Sinfonia di Pietre di Garni è una formazione geologica straordinaria di colonne basaltiche simmetriche che crea l'aspetto di un organo naturale lungo le pareti del canyon del fiume Azat.
NOVARANK fondato nel XIII secolo, il monastero fu un importante centro religioso e culturale armeno, noto per essere stato sede del vescovo e per le opere del celebre architetto e scultore Momik.
TATEV Il monastero risale al IX secolo ed è un capolavoro architettonico situato su una spettacolare scogliera; fu un importante centro spirituale, educativo e culturale dell'Armenia medievale.Visita in una scuola di Tatev dove abbiamo intervistato un'insegnate ed una ragazza del Nagorno Karabakh rifugiata
ECHMIADZIN è considerata il centro spirituale della Chiesa apostolica armena e sede della Cattedrale cristiana più antica cattedrale del mondo. All'interno del museo si trovano alcune reliquie tra cui (foto in basso) un pezzo della croce e la lancia di Longino che trafisse il costato di Gesù crocifisso.
Il LAVASH armeno è un pane sottile e soffice, simbolo della cultura e dell'ospitalità del Caucaso. Preparato con farina, acqua e sale, viene cotto in forni tradizionali chiamati "tonir", acquisendo un gusto unico e autentico.
SANTA GAYANE Il nome della chiesa si deve a Gaiana, o Gayane, una badessa romana martirizzata con altre vergini nel IV secolo per ordine del re armeno Tiridate III.
PASSO DEL SELIM
GEGHHOVIT In Armenia gli scacchi sono considerati una parte fondamentale della cultura e dell'istruzione, al punto che sono insegnati come materia obbligatoria nelle scuole primarie.
NORATUS Il cimitero di Noratus è famoso per la sua vasta collezione di khachkar, le antiche croci di pietra intagliate.
SEVANANK il monastero di Sevan è situato sulla penisola del Lago Sevan ed è celebre per la sua posizione panoramica e la sua architettura medievale. Nonostante i soprusi la resistenza armena è un fuoco eterno, è il canto silenzioso di un popolo che sfidando l’oscurità, intreccia la speranza con l’immortalità della propria antica terra, dove le montagne sembrano sussurrare segreti celesti e i monasteri incastonati tra le rocce risuonano delle preghiere di un tempo senza fine. Qui, il cielo abbraccia la terra in un'armonia sacra, e ogni pietra narra di un popolo che custodisce l'eternità.Un ringraziamento speciale a Karo Serobyan di Original Armenia per il supporto logistico e alla nostra fantastica guida ed autista Narek, in foto insieme al centro insieme a Simone Guida, Luca Di Bianca e Giovanni Andrea Murgia.
In basso il link dell'articolo del giornalista Mauro Cifelli su "Roma Today".
Viaggio tra Orfanotrofi, istituti psichiatrici e famiglie disagiate
BOSNIA, Aprile 2022
Grazie alle persone che continuano ad acquistare i miei libri il cui guadagno rende possibile tutto questo: donazioni in denaro, materiale sportivo e didattico, vestiti e giocattoli.
ORFANOTROFIO DI MOSTAR "Djeciji dom"
HADZICI, visita e donazioni ad alcune famiglie disagiate
ISTITUTO PER DISABILITA' FISICHE E MENTALI, ZAVOD DRIN, FOJNICA
Laboratorio dei ragazzi disabili per fare i "lavoretti" da vendere nei mercati locali e donazioniTraduzione "Lo sport non ha confini Pubblicato 6. aprile 2022 Tre italiani, atleti attivi, allenatori di calcio, volontari del cuore, Cristina, Luca e Nicolas hanno trascorso la giornata con gli allenatori del KSS Drin Institute."
SARAJEVO
"cupe vampe livide stanze, occhio cecchino etnico assassino; alto il sole sete e sudore, piena la luna nessuna fortuna. Ci fotte la guerra ceh armi non ha, ci fotte la pace che ammazza qua e là, ci fottono i preti i pope e i mullah, l'ONU, la NATO, la civiltà. Bella la vita dentro a un catino, bersaglio mobile di ogni cecchino, bella la vita a Sarajevo città, questa è la favola della viltà." (GLF)
BascarsijaBiblioteca di Sarajevo, ricostruita dopo essere stata distrutta dall'esercito della Repubblica Srpska nel 1992 durante l'assedio che durò fino al 1996.Le rose di Sarajevo sono dei simboli commemorativi; della resina rossa è stata versata nei fori sull'asfalto provocati dalle bombe durante l'assedio.Il tunnel di Sarajevo fu costruito durante l'assedio dai bosniaci con lo scopo di collegare la città che era stata interamente isolata e circondata dalle forzeserbe, con un'altra e molto più estesa parte del territorio bosniaco, passando al di sotto dell'area neutrale dell'aeroporto istituita dalle Nazioni Unite. Il ponte latino, nei cui pressi nel 1914 fu ucciso l'erede al trono di Austria e Ungheria Francesco Ferdinando d'Asburgo-D'Este e la moglie da parte dello studente serbo Gavrilo Princip.
SREBRENICA
Il massacro di Srebrenica è stato un genocidio di 8372 bosniaci musulmani e quasi altrettanti dispersi, per la maggioranza ragazzi e uomini, avvenuto nel luglio 1995 durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina.
Quando l'Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina riesce ad entrare definitivamente nella città di Srebrenica, migliaia di musulmani si accalcano intorno al quartier generale dai caschi blu dell'ONU olandesi.I militari olandesi e i rifugiati radunati intorno alla loro base assistettero inermi ad episodi di violenza. Alcuni uomini furono portati via e uccisi, alcune donne violentate. Sembravano uccisioni casuali, invece era un massacro «pianificato e coordinato ad alto livello».300 persone che avevano trovato rifugio all’interno della base, furono consegnati ai serbi dagli stessi caschi blu.I maschi dai 12 ai 77 anni furono separati dalle donne, dai bambini e dagli anziani, apparentemente per essere interrogati.I prigionieri venivano imbarcati su camion e autobus. A quel punto venivano trasportati lontani dalle zone abitate, fatti scendere, messi in fila e uccisi con un colpo alla testa. I loro corpi venivano poi spinti con alcuni bulldozer dentro fosse comuni e sepolti.Sono state scoperte decine di fosse comuni e i resti umani sono state identificati grazie agli esami del DNA.-«Ce ne torniamo a casa» cantano i soldati olandesi in calzoncini corti mentre ballano e tracannano birra con i serbi che applaudono divertiti- (cit)...rimangono i loro vergognosi graffiti nel quartier generale... protagonisti e complici delle violenze sessuali inflitte alle donne bosniache
...DON'T FORGET...
...passaggio a Trebinje e alcuni vestiti e giochi donati...
Presentazione dell’ultima opera di Luca Di Bianca “L’Equilibrio Molteplice dell’Uno”
…mai stanco di spalancare occhi e cuore sul mondo, gaudente nel riconoscere se stesso negli altri e in tutto ciò che è intorno. Una ricerca che lo fa preda, diviene una pagina di un libro, contenente molecole viventi, gocce divine in equilibrio. E’ assorbito dal mondo come un nascituro, è moltitudine ma vede tutto come Uno: Universo spazio infinito vuoto, terra aria acqua e fuoco; uomini anime alberi e animali, nuvole vulcani pietre e minerali; sole luna alba e tramonto, gambe braccia cuore e volto; un disegno divino che non appartiene a nessuno, NOI, l’Equilibrio Molteplice dell’Uno
ARTICOLO SULLA RIVISTA ON-LINE ROMA TODAY, a cura di Mauro Cifelli
Il giorno sabato 20 novembre lo scrittore-viaggiatore Luca Di Bianca entra a far parte della Nazionale Italiana Poeti (NIP); di seguito un estratto dal sito www.nazionaleitalianapoeti.it per spiegare le finalità dell'associazione
La Nazionale Italiana Poeti è un’associazione culturale sportiva senza scopi di lucro ideata e fondata dal poeta Michele Gentile. Presidente Onorario dell’associazione è il Dott. Gianni Maritati, scrittore, giornalista, Vice Capo Redattore Cultura e Spettacolo del Tg1. Socio Onorario il grande poeta Dante Maffia.
La Nazionale Italiana Poeti è composta totalmente da poeti italiani. Nasce con il preciso intento di portare letture e libri di poesia all’interno degli stadi di calcio per sublimare il connubio sport cultura nella maniera più concreta possibile.
La Nazionale Italiana Poeti prima di scendere in campo, durante l’intervallo e a partita finita, promuove letture di componimenti poetici direttamente dal campo di calcio. La Nazionale Italiana Poeti organizza e partecipa a partite con finalità esclusivamente solidali, per raccogliere fondi che vadano totalmente destinati in beneficenza. Non chiede rimborsi spesa, gettoni di presenza, nessuna somma di denaro per giocare.
D’ispirazione Pasoliniana, la Nazionale Italiana Poeti porta calcio e poesia nelle periferie, negli ospedali, nelle piazze, nelle scuole, negli Istituti penitenziari ed in tutte le manifestazioni sportive.
La Nazionale Italiana Poeti ad oggi è’ un vanto tipicamente italiano, non esiste infatti al mondo alcuna realtà simile.
Il "battesimo" c'è stato con l'evento presso il Colosseo "La Poesia si fa strada"
La prima partita si è svolta il giorno 28 novembre 2021 presso Cortona per sostenere l'ospedale pedriatico Meyer.
...e primo trofeo
...segui tutte le iniziative nella sezione "News/Eventi"
DALLE SCUOLE DI ROMA A QUELLE DELL’AFGHANISTAN Lo scrittore viaggiatore Luca Di Bianca consegna i regali dei bambini romaniMissione compiuta ancora una volta quella di Luca Di Bianca, viaggiatore residente a Guidonia in provincia di Roma, che scrive per beneficenza e compie missioni di volontariato in campi profughi e orfanotrofi in giro per il mondo. Da diversi anni il ragazzo guidoniano incontra i bambini delle scuole elementari romane facendo degli storytelling tratti dai suoi libri, accompagnati da musica ed immagini fotografiche scattate durante i suoi viaggi; in questi racconti l’obiettivo è quello di sensibilizzare i bambini a realtà diverse e più difficili e renderli partecipi dei suoi progetti di volontariato. Durante gli incontri ogni bambino regala un piccolo dono come giocattoli, peluche, quaderni e pennarelli da consegnare poi ai bambini con meno fortuna nelle parti più dimenticate del mond: dai campi profughi del Sahara Occidentali a quelli palestinesi di Shatila, da quelli in Grecia di Diavata fino alle cittadine distrutte dall’Isis come Mosul in Iraq passando in tanti orfanotrofi dell’Africa. Al rientro da questi viaggi-missioni, Luca torna nuovamente dai bambini delle scuole romane mostrandogli le fotografie della consegna effettuata, tra il loro stupore e la loro gioia per l’aver compiuto una buona azione. Oltre a questi doni, lo scrittore guidoniano fa delle donazioni economiche grazie al guadagno dei suoi libri ed acquista anche materiale sportivo che utilizza spesso in prima persona facendo attività ricreative con i bambini dei campi profughi e degli orfanotrofi come educazione motoria e calcio.
Essendo un coordinatore di viaggi di BHS Travel, tra i primi tour operator del mondo a coprire tutte le destinazioni anche le più insolite, unisce spesso il lavoro con i suoi progetti. Ecco che ora è la volta dell’Afghanistan, paese abbandonato dopo 20 anni di occupazione americana post 11 settembre e tornato in mano nell’agosto del 2021 al regime dei talebani che governano di fatto quello che hanno proclamato come il Secondo Emirato Islamico dell’Afghanistan. Luca ha consegnato i giocattoli e il materiale scolastico offertogli dai bambini della Scuola Primaria e dell’Infanzia Sant’Anna di Roma e dell’Asilo nel Bosco - escuelita viva di Ostia ad una scuola privata di Bamyan, città dell’Afghanistan che era conosciuta per la presenza di due enormi Buddha scavati nella roccia e purtroppo distrutti dai Talebani nel 2001 perché considerate delle idolatrie. La scuola è gestita dall’organizzazione HASCO (Help Afghan Street Children Ong) fondata dal ragazzo afghano Morteza Eqbalzada ed ha lo scopo di migliorare la vita dei bambini di strada a recuperare la propria infanzia attraverso l’insegnamento scolastico. Una prima donazione e parte del guadagno del quinto libro di Luca Di Bianca “Eroi nella Terra di Nessuno” andrà quindi a quest’associazione che difende la libera educazione e il patrimonio millenario del paese perché una nazione sopravvive solo quando la cultura rimane viva.
PER SOSTENERE HASCO POTETE FARE UNA LIBERA DONAZIONE QUI:
...in basso con la bandiera della Nazionale Italiana Poeti, con la quale Luca Di Bianca condivide numerosi progetti di beneficenza...ALTRI REGALI CONSEGNATI IN GIRO PER IL PAESE...
ARTICOLO SU ROMA TODAY del giornalista Mauro Cifelli
"La Macedonia del Nord è uno dei paesi più poveri d'Europa. Durante la pandemia di Corona 2020, la situazione dei più poveri e vulnerabili si è deteriorata e c'era un urgente bisogno di cibo e calore poiché le famiglie che di solito sopravvivono un giorno alla volta raccogliendo spazio o metallo per il riciclaggio, non potevano raccogliere ciò che normalmente è sufficiente per il cibo giornaliero.
Nell'autunno del 2020 la Fondazione Loza ha avviato un programma di sostegno e tutoraggio chiamato "Famiglie con bambini in estrema povertà" (FAMILY WITH CHILDREN IN EXTREME POVERTY) in collaborazione con l'organizzazione locale "Dendo Vas". Il progetto inizia nel distretto di Shutka a Skopje, che è il più grande insediamento rom della Macedonia del Nord e una delle più grandi aree del ghetto d'Europa.
Dendo Vas ha una lunga esperienza di programmi di supporto per le famiglie bisognose e ha una forte relazione con le famiglie vulnerabili. L'organizzazione Dendo Vas gestisce una scuola materna per le famiglie più povere per integrare i bambini nella scuola.
Il programma di sostegno fornirà migliori condizioni di vita alle famiglie più vulnerabili attraverso riparazioni domestiche e bisogni di base come cibo, riscaldamento, acqua e fognature. Sforzi che fanno un'enorme differenza per la salute, la sicurezza e l'igiene e contribuiscono a far sì che i bambini possano andare a scuola e che i genitori possano candidarsi per un lavoro.
Il programma include anche un supporto di mentoring con un team di intervento che registra i bambini a scuola e forma i genitori a fare domanda per il lavoro. Attraverso visite domiciliari e laboratori congiunti con l'obiettivo che le famiglie escano dalla situazione di vulnerabilità che la povertà estrema comporta e diventino autosufficienti."
Contaminazioni 2016 - Teatro Imperiale, Guidonia (RM)
CONTAMINAZIONI 2016, Teatro Imperiale – Guidonia (RM)
L’associazione Battiti Onlus con il contributo della città di Guidonia – Montecelio presenta “CONTAMINAZIONI” , un progetto che propone sei eventi capaci di integrare e costruire, attraverso l’espressione evocativa dell’immagine, del suono e delle arti teatrali, un percorso capace di saper mostrare qualcosa che le persone abbiano voglia di condividere, qualcosa che crei una coscienza sociale e qualcosa che restituisca l’appartenenza ad un luogo e ai fatti della vita comuni ad ogni essere umano. Tra forme di pensiero culture e lingue diverse, tra approcci esperenziali diversi, tra narrazione classica e narrazione digitale. Questi i primi tre eventi:
-18 marzo Giovanni Marrozzini “Echi”
-19 marzo Monika Bulaj “Dove gli Dei si parlano”
-20 marzo Luca Di Bianca & Frank Polucci “Nel suo Nome”
Articolo di Nicole Maturi su Dentro-Magazine
-NEL SUO NOME- Luca Di Bianca & Frank Polucci.
In memoria di Giovanni Polucci.
“Come stelle cadute dal cielo, gli uomini che hanno smesso di credere in sé stessi vagano sulla terra senza piú riuscire a guardare la vera faccia della luna, quella faccia che quasi nessuno conosce, forse perché ha paura a mostrare o forse perché é l’occhio umano che a vederla non riesce.
Solo se si continua ad alimentare i propri sogni ed a mantenere vive le parole di chi é partito per un altro viaggio, saremo in grado di camminare stabili sul ponte della nostra esistenza che porta verso la vera faccia della luna.”
Si ringraziano tutte le persone che hanno acquistato i libri di Luca Di Bianca (-Ad Limina Sancti Jacobi, -Nkuba, -La Vera Faccia della Luna, -Il Cacciatore Errante) il cui ricavato di 505 euro totali è andato a sostenere l’Associazione Cieli Azzurri di Guidonia il cui scopo è offrire assistenza e sostegno alle famiglie con portatori di handicap. Sotto la lettera di ringraziamento della donazione effettuata. Grazie a tutti voi!
Articolo di Claudia Crocchianti all’interno de “Il Tempo”
L’EVENTO E’ STATO POSSIBILE GRAZIE ALL’INVITO RICEVUTO DAGLI ORGANIZZATORI GIOVANNI COCCIA (AUTORE DELLE FOTOGRAFIE DI SEGUITO) E DI CRISTINA ARUFFO, ANCHE LEI FOTOGRAFA E PRESENTATRICE DEL PROGETTO; HA PRESENTATO L’EVENTO “NEL SUO NOME” INSIEME A FRANCESCO RUSSOTTI
CRISTINA ARUFFO E FRANCESCO RUSSOTTI INSIEME AD EMANUELA BRACCHITTA, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CIELI AZZURRI
-Grazie alle persone che continuano ad acquistare i miei libri il cui guadagno rende possibile tutto questo: donazioni, materiale sportivo e didattico, vestiti e giocattoli-
LE MARSHES E LA PRECARIA SOPRAVVIVENZA
Le paludi mesopotamiche, note anche come paludi irachene, sono una zona umida situata nel sud dell'Iraq principalmente sulle pianure alluvionali dei fiumi Eufrate e Tigri delimitate dalle città di Bassora, Nassiriya, Amarah e una parte dell'Iran sud-occidentale. Storicamente le paludi erano il più grande ecosistema di zone umide dell'Eurasia occidentale. Il paesaggio unico delle zone umide ospita il popolo delle paludi, discendente dalle civiltà Ur, Sumer e Babilonia, che hanno sviluppato una cultura unica strettamente legata al paesaggio: raccolta di canne e riso, pesca e allevamento di bufali d'acqua.
in basso "Il Cafè" nel punto di partenza per le MarshesIl drenaggio di porzioni delle paludi iniziò nel 1950 e continuò fino al 1970 per bonificare la terra per l'agricoltura e l'esplorazione petrolifera. Alla fine degli anni 1980 e 1990, durante la presidenza di Saddam Hussein, questo lavoro è stato ampliato e accelerato per sfrattare la gente di Marsh dalle paludi. Prima del 2003, le paludi sono state prosciugate al 10% delle loro dimensioni originali. Dopo il rovesciamento americano di Hussein nel 2003, le paludi si sono parzialmente riprese, ma la siccità insieme alla costruzione e al funzionamento delle dighe a monte in Turchia, Siria e Iran hanno ostacolato il processo. Dal 2016 le paludi mesopotamiche sono state elencate come patrimonio dell'UNESCO. Gli arabi sono i principali abitanti delle paludi mesopotamiche e sono teorizzati da alcuni come i discendenti degli antichi Sumeri, poiché la loro civiltà risale a 5.000 anni fa. Vivono in villaggi appartati di elaborate case di canne in tutte le paludi, spesso raggiungibili solo in barca. Pesce, coltivazione del riso, bufalo d'acqua e altre risorse sono anche utilizzati nella loro vita quotidiana. Nel 1950, c'erano circa 500.000 arabi delle paludi. Questa popolazione si ridusse a circa 20.000 persone in seguito al prosciugamento e alle violente rappresaglie di Saddam, e tra gli 80.000 e i 120.000 fuggirono nel vicino Iran. Dopo l'invasione dell'Iraq del 2003, gli arabi delle paludi hanno iniziato a tornare nelle paludi. Molti hanno abbattuto le dighe che Saddam aveva costruito. Le temperature nella regione sono aumentate di oltre 0,5 gradi Celsius per decennio, causando siccità in Iraq, le cui acque sfociano nel Tigri e nell'Eufrate. In combinazione con le dighe a monte, questa riduzione dell'acqua ha causato la frammentazione delle tre paludi primarie in 10 paludi più piccole. Enormi quantità di acque reflue non trattate e altri inquinanti vengono scaricati nel Tigri e nell'Eufrate, spostandosi a valle nelle paludi e degradando ulteriormente la qualità dell'acqua. Il governo iracheno ha fornito sostegno attraverso canali come l'Iraq Cultural Health Fund, che finanzia gli arabi delle paludi nei loro sforzi per proteggere le pratiche culturali tradizionali. Tuttavia, gli arabi delle paludi rimangono una delle popolazioni più sottoservite dell'Iraq, lottanO per ottenere assistenza sanitaria, acqua potabile pulita e un'alimentazione adeguata.
in basso le donazioni ricevute dai bambini
on Mercoledì, 28 Settembre 2022.
Posted in Progetti
Presentazione del primo racconto di Luca Di Bianca "Nkuba - La Grande Pioggia" insieme all'amico Renato Pompei che ha ideato il pacchetto per la vendita di beneficenza con libro + cd contenente una traccia inedita del cantautore Frank Polucci, presente all'evento insieme all'Associazione Tam Tam con Franco Stragapede. La Onlus sostiene dievrsi orfanotrofi nei dintorni di Addis Abeba, Etiopia.