SVALBARD
Le difficoltà del clima nelle isole e la vita a Barentsburg

SVALBARD Marzo 2025A un passo dal Polo Nord, lo staff di Nova Lectio con Luca Di Bianca (Travel Logistics), Giovanni Murgia (Filmaker) e Simone Guida (proprietario del canale e conduttore), sono andati alle isole Svalbard per due nuovi documentari in uscita a luglio 2025; il primo è sulla vita a Barentsburg, insediamento russo in terra norvegese ed il secondo sull'influenza del clima, con la notte polare ed il sole di mezzanotte che si intervallano nell'anno, sulla popolazione locale.
BREVE STORIA DELLE SVALBARD
Le Svalbard sono un arcipelago artico scoperto dall'olandese Willem Barentsz nel 1596, furono inizialmente sfruttate per la caccia alle balene da olandesi, inglesi e altri europei. Nel XIX secolo divennero importanti per l’estrazione di carbone, attirando minatori da diversi Paesi. Con il Trattato delle Svalbard del 1920, la Norvegia ottenne la sovranità, ma con l’obbligo di garantire l’accesso economico ad altre nazioni. Oggi l’arcipelago è un centro per la ricerca scientifica e la tutela ambientale, con una popolazione ridotta ed un clima estremo.Una volta atterrato a Longyearbyen, lo staff Nova Lectio si è spostato in motoslitta verso Barentsburg dove ha soggiornato per alcuni giorni, incontrando ed intervistando diverse persone per approfondire la vita in questa città mineraria veramente ai confini del mondo.
BARENTSBURG è un insediamento minerario nelle Svalbard, fondato dagli olandesi all’inizio del XX secolo. Negli anni '30 fu acquistato dall’Unione Sovietica e divenne un’importante base per l’estrazione del carbone. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu distrutto dai tedeschi ma successivamente ricostruito. Oggi è abitato principalmente da russi e ucraini ed è gestito dalla compagnia russa Trust Arktikugol. Pur mantenendo un’attività mineraria ridotta, Barentsburg rappresentan una presenza russa strategica nell’Artico.
Tra i posti visitati, il vecchio cinema in stile sovietico, l'unico ospedale e l'unica scuola, dove appesi al muro c'erano delle immagini che raffiguravano i pilastri della letteratura russa tra cui Fedor Dostoevskij... e pensare che nel 2022 qualcuno propose addirittura di boicottarli.
LONGYEARBYEN è la città più a nord del mondo. Fu fondata nel 1906 dall’imprenditore americano John Munroe Longyear come insediamento minerario per l’estrazione del carbone. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la città fu evacuata e poi distrutta dai tedeschi nel 1943, ma venne ricostruita nel dopoguerra. Nel tempo, l’estrazione del carbone ha perso importanza, lasciando spazio a ricerca scientifica, turismo e attività legate all’osservazione dell’Artico. Oggi Longyearbyen è un centro internazionale per la ricerca polare e ospita il famoso Global Seed Vault(foto in basso) che conserva semi da tutto il mondo per la sicurezza alimentare globale.I minatori delle Svalbard lavoravano in condizioni estreme: freddo intenso, gallerie strette e buie, aria satura di polvere di carbone. Il rischio di incidenti era alto, e l'isolamento rendeva la vita ancora più dura. La miniera Gruve 3 è chiusa ma visitabile e si possono esplorare le vecchie gallerie, vedere gli strumenti originali e vivere un assaggio della dura vita dei minatori. Attualmente è attiva solamente la miniera Gruve 7 che dovrebbe però chiudere in pochi mesi.
Alle Svalbard non ci sono cimiteri attivi perché il permafrost impedisce la decomposizione dei corpi; il piccolo cimitero di Longyearbyen, chiuso da decenni, ospita solo alcune tombe storiche. Inoltre, nessuno può nascere sull’arcipelago: le donne incinte devono recarsi in Norvegia per partorire.
Le grotte di ghiaccio delle Svalbard sono spettacolari cavità naturali scavate dall’acqua nei ghiacciai, con pareti di un intenso blu cristallino. Si possono esplorare tra tunnel scintillanti e affascinanti sculture di ghiaccio modellate dal tempo.
Come detto ad inizio articolo, il secondo documentario tratterà la SAD, Seasonal Affective Disorder o disturbo affettivo stagionale; è un tipo di depressione legata ai cambiamenti stagionali, che colpisce soprattutto nei mesi invernali quando la luce solare è ridotta. Si manifesta con sintomi come tristezza persistente, stanchezza, difficoltà di concentrazione, aumento del sonno, cambiamenti nell’appetito (spesso con voglia di carboidrati) e perdita di interesse per le attività quotidiane. È più comune nelle regioni settentrionali del mondo come appunto le Svalbard, dove la notte polare priva gli abitanti della luce naturale per mesi.
Come il ghiaccio che si scioglie al sole, così l'esistenza umana è effimera: solida nell'illusione della permanenza, ma destinata a fluire nel grande oceano dell'eternità
SVALBARD 2025
- No video selected.